Scusa, Federico, ma cosa dici? Sì, hai capito bene: uscire dalla zona di comfort per crescere è una ca**ata. Per crescere devi restare nella tua zona di comfort. Questo è quello che noi di Fenice Academy pensiamo.
Lo so, lo avrai sentito o letto anche tu almeno una volta nella tua vita: quando si parla di crescita personale, di motivazione, di sviluppo, ti dicono che per crescere è necessario, obbligatorio, indispensabile uscire dalla tua comfort zone.
Ma è davvero così?
Beh, in parte.
Adesso ti spiego come funziona.
Quando si parla della necessità di uscire dalla propria zona di comfort, il problema è che la maggior parte delle volte quello che ti viene consigliato è di vivere costantemente al di fuori di essa, di esplorare esperienze al di fuori del tuo ordinario per fare qualcosa di straordinario, qualcosa che nessuno fa. Peccato però che al tuo cervello questo concetto non piace, perché non è adatto alle tue esigenze, perché non tiene conto di come davvero funziona la tua mente.
Se esiste la zona di comfort, è perché ha una funzione ben precisa.
Ti spiego quale.
Un mio amico, grande appassionato di crescita personale, di formazione motivazionale, tanto da seguire mental coach come Tony Robbins, Roberto Re, qualche tempo fa si era convinto che doveva applicare alla lettera questo concetto: se vuoi crescere, imparare cose nuove, raggiungere i tuoi obiettivi, essere la migliore versione di te stesso, allora devi imparare a uscire dalla tua zona di comfort e convivere con il disagio che questa scelta comporta.
Al mio amico interessava un ambito in particolare: voleva migliorare il suo approccio con le ragazze, sviluppare la capacità di relazionarsi con loro. Di base era un ragazzo molto tranquillo, sereno, un po’ introverso. Un giorno decide perciò di prendere il pullman che porta a Torino e fermarsi in un luogo dove sa che molte ragazze amano passeggiare. Così aspetta e appena ne vede arrivare una, la blocca, le parla, le dice qualcosa, al ché lei, in maniera scortese, lo sposta, gli risponde male e se ne va.
Cos’è successo?
Semplicemente il mio amico non era pronto a interfacciarsi con una situazione del genere, perché era talmente differente da quello che faceva di solito, talmente fuori, appunto, dalla sua zona di comfort, che non aveva idea di come affrontarla, come gestirla.
La conclusione è che, dopo questo episodio, il mio amico ha invece finito per bloccarsi per un lungo periodo, perché quell’esperienza gli ha fatto perdere la motivazione, la spinta per riprovarci.
Ecco, allora quello che voglio chiederti è:
dobbiamo davvero fare come il mio amico?
Dobbiamo davvero spingerci talmente oltre la nostra zona di comfort per capire che può essere controproducente farlo? Probabilmente no.
Allora qual è la cosa migliore da fare?
La risposta è semplice:
stai dentro la tua comfort bubble, o meglio, inizia a valutare quello che è fuori dalla tua zona di comfort e immaginalo come se fosse già dentro.
Porta dentro quello che sta fuori.
In sostanza:
allarga la tua zona di comfort.
Conosci la strategia 20/80?
E' una delle strategie migliori che io stesso ho adottato e continuo ad adottare: fare esperienze che sono all’80% nella mia zona di comfort e solamente al 20% al di fuori di essa. Anche perché spiegami chi è la persona che agisce bene in una situazione in cui non è abituata, in cui si sente in ansia, a disagio e impreparata. Scommetto che nessuno riesce a performare bene in una situazione in cui l’ansia lo domina.
Bisogna considerare anche che ci sono molti fattori in gioco, il più importante dei quali è che
noi siamo esseri abitudinari, viviamo letteralmente di abitudini.
(e se vuoi scoprire perché, ti basta accedere al canale Telegram dove ti aspetta una lezione premium sulle abitudini e il loro funzionamento, oltre a numerosi altri tip e strategie esclusive per capire esattamente cosa vuoi fare della tua vita e come iniziare il percorso che ti porterà davvero ad essere la migliore versione di te stesso)
Quindi, come ti accennavo poco fa, la strategia migliore consiste nell’allargare la zona di comfort uscendone poco per volta, facendo cose che rientrano per l’80% all’interno di essa. Come ti dicevo, ho scelto personalmente di fare così, di andare avanti seguendo questa logica. E non ho né ansie né stress.
A questo punto potrai pensare: si ok, Federico, ma così vado lento e il tempo per realizzare i miei obiettivi si dilata.
Questo è anche vero, e per questo ti dico: decidi tu cosa fare.
Se scegliere di crescere lentamente ma in modo costante oppure agire sempre con ansia e stress e rischiare di bruciarti, di bloccarti due volte su tre perché non sei pronto ad affrontare una situazione nuova che sta al di fuori della tua zona di comfort.
Se scegliere quindi di realizzare i tuoi obiettivi con la costanza e la perseverazione, o rischiare piuttosto di non realizzarli mai solo perché hai fretta di raggiungerli.
La scelta è tua.
Io ho scelto e ho valutato questa alternativa che forse nessuno ti aveva mai esposto prima.
A questo punto potrai anche dire: sì, ma tutto questo è ovvio. Sì, è vero: è ovvio.
Molte cose lo sono.
Ma è sempre meglio fare attenzione a ciò che ci sembra ovvio, perché spesso ci ritroviamo a non agire in maniera ovvia, in maniera logica proprio perché magari non abbiamo mai preso seriamente in considerazione l’ovvio, non lo abbiamo mai specificato bene nella nostra mente.
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